Panettone o Pandoro? Questo è il dilemma

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Una domanda dai toni quasi shakespeariani ci si presenta ogni dicembre, davanti ai due deliziosissimi colossi della gastronomia natalizia italiana. Le statistiche parlano chiaro, quando si tratta di scegliere, quasi l’80% degli italiani compra il panettone tradizionale, ma solo uno su sei è abbastanza progressivo da puntare sulla variante al cioccolato o al pistacchio. Vengono prodotti più di 30 tonnellate di entrambi i dolci, a livello sia industriale che artigianale, e negli ultimi anni la predilezione del pubblico è stata per le produzioni artigianali.  A prescindere dalle preferenze personali (perché sì, sappiamo che avete tutti un preferito!) vogliamo darvi qui delle notizie che speriamo possano farvi decidere meglio se addentare un soffice pandoro o perdersi nei gustosi canditi di un buon panettone.

Innanzitutto, parliamo dell’origine di entrambi.

La ricetta del primo panettone si fa risalire addirittura ai tempi degli Sforza di Milano e intreccia in sé elementi di storia e leggenda. Il pane di frumento, prerogativa dei Signori, poteva essere gustato anche dai poveri solo durante il periodo di Natale. Aveva per loro un gusto speciale e veniva chiamato, nella variante regionale italiana, il “Pan de Sciori” o “Pan de Ton”, cioè della nobiltà. Per il termine ufficiale “panettone” dobbiamo però aspettare qualche secolo, solo nel 1606 infatti il termine entra a far parte del dizionario milanese-italiano, dove è definito appunto come grosso pane preparato a Natale.

Nella seconda metà dell’Ottocento, però, vediamo le prime vere testimonianze di panettoni prodotti per i nobili e spediti o regalati come ringraziamenti per Natale. Con una ricetta leggermente diversa dall’originale e uno stampo che ne permetteva la lievitazione, il panettone diventa il protagonista delle tavole italiane per il mese di dicembre, con le sue diverse e fantasiose varianti moderne. Non c’è dubbio però, i Milanesi ne rivendicano l’origine e noi non possiamo che dar loro ragione.

Il Pandoro invece, con la sua ricetta che conta meno ingredienti ma sembra essere più complicata, visti i tre diversi procedimenti che la compongono, è storicamente riconducibile alla città di Verona. Il brevetto del dolce come lo conosciamo oggi, con la sua tipica forma a stella, è stato infatti presentato dal pasticcere Domenico Melegatti nel 1884 e dobbiamo ad un pittore impressionista veronese il tipico stampo Vespa. L’ispirazione del pasticcere si fa ricondurre al Levà, un dolce tradizionale che si impastava la sera della vigilia di Natale. Addirittura, c’è chi afferma che le radici del Pandoro vanno indietro fino all’Antica Roma. Plinio il Vecchio ci parla infatti di un “panis” cucinato con farina, burro e olio.

Per quanto riguarda il gusto, la ricetta tradizionale del panettone prevede canditi e uvetta, amati o odiati da molti consumatori, e una crosta più croccante di mandorle. Il pandoro invece è soffice anche all’esterno e ha un piacevolissimo aroma di vaniglia. Se parliamo invece di scelte salutari, l’apporto calorico dei due dolci è decisamente molto simile, il panettone è forse leggermente più leggero, se si conta la quantità di burro utilizzata per il pandoro. 

Ma d’altronde, chi conta le calorie a Natale?

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